Errori di comunicazione che hanno fatto la storia
Piccoli equivoci senza importanza
Quante volte ci ÃĻ capitato di pensare che non fosse solo un caso, quanti rimpianti pensiamo di doverci portare avanti per delle decisioni che abbiamo preso in momenti in cui forse non avremmo dovuto.
Antonio Tabucchi, in uno dei suoi libri, si interroga sulle possibilità che offre la vita, sui bivi, sui percorsi, sulle scelte fatte e sui ruoli intrapresi.
Lui chiama âpiccoli equivociâ gli eventi guidati dal fato o dal caso che determinano la nostra vita. In molti dei suoi racconti Tabucchi propone una riflessione sulle varie visioni della vita: non ce nâÃĻ una sola, ma ognuno la vede a modo suo.
ÂŦLa vita ÃĻ un appuntamento, so di dire una banalità , Monsieur, solo che noi non sappiamo mai il quando, il chi, il come, il dove. E allora uno pensa: se avessi detto questo invece di quello, o quello invece di questo, se mi fossi alzato tardi invece che presto, o presto invece che tardi, oggi sarei impercettibilmente differente, e forse tutto il mondo sarebbe impercettibilmente differente [âĶ] Un appuntamento e un viaggio, anche questa ÃĻ una banalità , mi riferisco alla vita, naturalmente, chissà quante volte ÃĻ stato detto; e poi nel grande viaggio si fanno dei viaggi, sono i nostri piccoli percorsi insignificanti sulla crosta di questo pianeta che a sua volta viaggia, ma verso dove? à tutto un rebus [âĶ] E poi, sa comâÃĻ la vita, ÃĻ come una tessitura, tutti i fili si intrecciano, ÃĻ questo che un giorno vorrei capire, vedere tutto il disegno [âĶ] la vita ÃĻ un ingranaggio, una rotella qua, una pompa là , e poi câÃĻ una cinghia di trasmissione che collega tutto e trasforma lâenergia in movimento, proprio come nella vita, un giorno mi piacerebbe capire come funziona la cinghia di trasmissione che lega tutti i pezzi della mia vita, il concetto ÃĻ lo stesso, bisognerebbe aprire il cofano e stare lÃŽ a studiare il motore che ronza, collegare tutto, tutti gli istanti, le persone, le coseÂŧ
Antonio Tabucchi, Scrittore e Critico Letterario
Cosa sarebbe successo se
In queste parole, che si trovano nel terzo racconto del libro, si puÃē capire lâinterpretazione di Tabucchi riguardo la vita, intesa come un rebus dove tutto ÃĻ affidato al caso.Â
Per lui ÃĻ centrale il âcosa sarebbe successo seâ, cosÃŽ come il fascino attraente delle strade non percorse, del non detto e dellâinsopprimibile voglia di riscrivere le nostre vite.
I personaggi di queste storie non prendono scelte, ma sono guidati dagli eventi.
Non si puÃē infrangere il destino perchÃĐ la storia ÃĻ già scritta, perchÃĐ la vita ÃĻ determinata da quei piccoli equivoci senza importanza, che lavorano nellâombra mettendo in discussione le nostre certezze, lasciando solo il dubbio.
Come si dice nel primo racconto che dà il nome alla raccolta: ÂŦtutto era davvero un piccolo equivoco senza rimedio che la vita si stava portando via, ormai le parti erano assegnate ed era impossibile non recitarleÂŧ.Â
Antonio Tabucchi ci invita a riflettere sullâironia della vita: non siamo artefici del nostro destino, ci ritroviamo gettati in balia del disordine degli equivoci che per lui sono âsenza importanzaâ proprio perchÃĐ se qualcosa deve succedere, prima o poi accadrà , indipendentemente da noi e dalle nostre volontà .Â
Sono âsenza importanzaâ perchÃĐ sono eventi cosÃŽ piccoli e irrilevanti rispetto al lungo corso della vita, che comunque ÃĻ già stato deciso.


Piccoli equivoci che hanno avuto una grande importanza
Quanti errori invece, se ci pensiamo bene, sono stati fatti ed hanno cambiato per sempre la storia. Tante volte non si ÃĻ trattato di grandi imprese o lampi di genio, ma proprio di quei âpiccoli equivociâ a cui Tabucchi non dava importanza.Â
à impossibile pensare di poter avere il controllo su tutto.Â
Chissà , magari nemmeno il cosÃŽ tanto discusso destino riesce a stare al passo con le nostre decisioni irrazionali, prese senza pensarci due volte. O anche semplicemente con lâevoluzione che abbiamo fatto e continuiamo a fare nel tempo. PerchÃĐ non câÃĻ storia senza evoluzione.Â
Ci sono tanti esempi di piccoli errori, malintesi ed equivoci, che invece hanno avuto importanza, a differenza di quello che ci vuole far credere il grande Tabucchi.Â
Alcuni di questi sono stati fatti casualmente, ma tanti altri vengono pensati nei particolari per essere insediati nella società di oggi, in cui ÃĻ possibile diffondere qualunque cosa ad una velocità capillare scatenando effetti inimmaginabili.
Le innumerevoli porte chiuse di JK Rowling
Basti pensare a JK Rowling: forse non tutti sanno che la bozza di Harry Potter era stata rifiutata da piÃđ di dieci case editrici prima di vedere la luce e diventare una delle saghe piÃđ conosciute al mondo.Â
Non potremo mai sapere cosa sarebbe successo se la scrittrice avesse fatto colpo alla prima volta o se avesse deciso di demordere dopo cosÃŽ tante delusioni.
Le origini della ricetta di Coca Cola
Dietro alla famosa bibita conosciuta con il nome di Coca Cola câÃĻ un piccolo segreto.Â
La Coca-Cola nacque lâ8 maggio del 1886 e a crearla fu il farmacista John Stith Pemberton, grazie allâuso di una caldaia. Il suo obiettivo non era quello di creare una bevanda ma uno sciroppo contro il mal di testa, servendosi di estratti vegetali e noci di cola.Â
Quando aggiunse della soda al suo sciroppo si rese conto che la Coca-Cola si trasformava in una bibita piacevole e dissetante. Ed ÃĻ cosÃŽ che nacque la bevanda la cui ricetta rimane segreta ancora oggi, custodita in una cassetta di sicurezza di una banca di Atlanta.Â
Se non ci fosse mai stata questa intuizione da parte del farmacista, chissà se avremmo mai assaggiato quella che oggi ÃĻ una delle bevande piÃđ amate.
Sui social gli errori sono sempre un caso?
Il caso Tom Holland
Lâattore britannico Tom Holland, tra i protagonisti dei film targati Marvel, ÃĻ conosciuto per il fatto che piÃđ volte, soprattutto sui social, si ÃĻ lasciato sfuggire delle anticipazioni che non era autorizzato a trapelare.
à tutto un caso o unâautentica strategia studiata a tavolino?
Un motivo câÃĻ se colui che interpreta Spider-man ha acquisito la simpatica nomea di Spoiler-man. Ma pensare che un attore del suo calibro possa permettersi di essere cosÃŽ âdistrattoâ ÃĻ da escludere dalle possibilità .Â
Al giorno dâoggi ÃĻ chiaro che i social media vengano utilizzati anche a scopo pubblicitario, perchÃĐ rappresentano il mezzo di diffusione forse piÃđ veloce e potente che abbiamo a disposizione.
La viralità dei contenuti sui social media
I social network sono utilizzati per lo scambio di notizie e di opinioni su ogni argomento e per molte persone sono diventati la fonte primaria presso cui informarsi.
I social media rappresentano un grande strumento di marketing, utile per pubblicizzare le attività , ampliare la rete di contatti ed interagire direttamente con il pubblico.
Tanti contenuti online, su piattaforme come Tik Tok, Facebook e Instagram, vengono architettati appositamente per essere resi virali e fare scalpore.Â
Quasi niente ÃĻ lasciato al caso sui social. Si tratta di un modo di comunicare che non nasce in una notte, ma che ÃĻ stato studiato ed analizzato.
Sul web si parla di viralità  quando un contenuto viene diffuso ad una velocità e in un modo incontrollabile. Personaggi che fino a poco prima erano sconosciuti e sono diventati famosi nel giro di poco tempo ne sono un esempio lampante.
Lo strano caso del cinguettio degli Uffizi
Lo scorso 17 novembre, lâaccount Twitter ufficiale degli Uffizi ha diffuso in rete un post enigmatico, che non aveva niente a che vedere con il tono e i contenuti a cui ÃĻ abituata la community social del museo fiorentino.
Il tweet con la strana scritta âPlllpppplllllpplpâ ha generato in qualche ora centinaia di condivisioni e commenti: gatti che camminano sulla tastiera, gif e meme.
Successivamente gli Uffizi hanno pubblicato una risposta che ha divertito i molti seguaci: âGrazie per aver partecipato al primo contest dadaista. La #Plllpppplllllpplp Community ÃĻ ufficialmente nata. Alla prossima!!! Rgrrfyyytffdsghhâ.
Il post ÃĻ stato un genuino âerroreâ compiuto da colui che ÃĻ stato definito il social media manager piÃđ giovane di sempre: pare che durante lâiniziativa Uffizi Kids, un bambino abbia preso il cellulare di unâoperatrice.


Conclusioni
Certo, gli errori sono comprensibili anche nel web, anzi soprattutto in esso, perchÃĐ talvolta la fretta di condividere e di far sapere al mondo sembra piÃđ importante della veridicità dei fatti, per cui si tende a preferire la fugacità ad una maggiore cura ed attenzione.
In molti casi, come abbiamo visto, si tratta di una geniale e camuffata strategia.
Tante altre volte, invece, ÃĻ necessario riconoscere che errare ÃĻ umano. Anche in un mondo in cui le macchine, i computer e le tecnologie stanno iniziando ad assumere sempre piÃđ potere a discapito dellâuomo.Â
Fonti
Sitografia
- Excursus
- Velvetgossip
- Kuma
- Initalia.magazine